Un mare di benessere

Elisa Scalvenzi
4 min readFeb 27, 2021

È notte.

Neanche una stella.

Una di quelle che fanno sentire sicuri, una stella per desiderare di cambiare il proprio destino, arrischiandosi a viaggiare nell’oscurità pur di arrivare alla meta prescelta.

Niente. È tutto buio, così si può procedere solo alla cieca, sperando di non trovar qualche scoglio a squarciare la chiglia.

Il mare, sì, il mare era d’olio e la luna era salita su a bolla nel cielo, eppure si immergeva in lui vanitosa per idratarsi la pelle increspata di mille crateri.

La barca beccheggiava pigramente come stesse sonnecchiando… senza una luce nessuno sapeva dove andare, quindi tanto valeva dormire per far scivolare la tenebra oltre l’orizzonte infinito.

Poi, mentre l’equipaggio borbottava mugolando qualcosa di strano, le parole sbagliate si mischiavano inerti. Ne usciva un vento insidioso e agitato, uno spirito ben lontano da quello di gruppo, che soffiava innalzandosi sotto forma di onde nel mare.

Le parole così unite si impennavano come cavalli aizzati alla corsa da un sonoro calcio alla schiena: tutte arruffate le creste circondavano la barca come squali affamati di legno d’abete.

La barca cominciava ad andare su fino a franare insieme ai palazzi di acqua spumosa e tremenda.

Il panico regnava sottocoperta, mentre qualcuno, pian piano, si destava sul ponte.

Eri tu che prendevi il comando e afferravi il timone.

Scostato il compagno dormiente, lo adagiavi al tuo fianco cercando di svegliarlo con semplici e rassicuranti parole.

Il rischio di naufragare era altissimo e il pericolo di perdersi faceva bruciare gli occhi più delle onde infrante sul fianco della imbarcazione.

Evviva! Il tuo vicino iniziava a collaborare tornando in sé quanto prima!

Poi correndo a chiamare tutti, uno per uno, li incitava per coinvolgerli nuovamente a prendere parte alla vita sul ponte.

La consapevolezza di gruppo era tornata, il sonno svanito, e lo sguardo chiaro nuovamente.

Ti svegli.

Ti accorgi di aver sognato… anche male per giunta.

Qualcosa dev’essere andato storto nella giornata e senti di aver avuto un incubo, veramente.

Ma niente arriva per caso.

Ti metti a sedere sulla sponda del letto. Cominci a ragionare sempre più forte, finché ti sembra di sentire i tuoi stessi pensieri. Fai mente locale e ti accorgi più che altro di cosa è mancato nel sogno… sì, perché non tutte le notti sono stellate, purtroppo. È il faro che manca quando è buio buio e non si sa dove andare. Senza di esso l’inconscio la fa da padrone e l’emozione equivale all’azione-reazione.

“Cosa è stato a calmare la tempesta?” Ti chiedi d’un tratto.

Capisci proprio in quel momento l’importanza della comunicazione consapevole.

Le parole per te ora sono le gocce del mare: se l’equipaggio si addormenta esse si agitano perché non sono più guidate dall’intenzione prudente di capirsi l’un l’altro.

L’insieme delle parole allora può formare onde alte e minacciose come palazzi che franano di fronte alla minima incertezza di azione.

La discordia porta tempesta e la sicurezza è via via più lontana.

Ma ecco che qualcuno si sveglia: hai già capito, sei tu!

La tua buona comunicazione fa il mare più calmo, e piano piano la navigazione diventa possibile.

Intanto l’equipaggio si desta ed è pronto ad aiutarti per governare la barca!

Una cattiva comunicazione, fatta di parole dormienti, messe a caso e confuse, crea onde alte e un mare in tempesta, che rende impossibile andare dovunque.

Dopo questo pensiero ti è tutto più chiaro!

La barca è ogni azienda che vuole portare valore lontano e…
L’equipaggio equivale alle sue risorse umane.

Comunicare la sicurezza in azienda significa trasmettere la cultura del benessere, permettendo alle persone di non perdere la rotta.

Cosa è mancato nel sogno? … Ma certo, il faro, che altro!

Il faro indica la strada verso la costa e fa evitare gli scogli; il faro rivela dove sta la sicurezza, anche se per arrivarci tutti devono collaborare insieme alla buona navigazione.

La comunicazione non è soltanto un processo di trasmissione di informazioni fine a se stessa.
Essa deve puntare alla partecipazione attiva e corale per garantire la comprensione di ogni singola parola. Così il mare può rimanere calmo e l’azienda procedere spedita, senza attrito e corrente contraria.

La buona informazione e trasmissione della sicurezza possono permetterti di tenere il timone sempre verso la rotta, perché ponendo che tu non riesca a navigare per qualsiasi motivo, esistendo un obiettivo comune e condiviso, qualcun altro potrà prendere il tuo posto momentaneamente senza perdere l’orientamento.

È fondamentale identificarsi con l’azienda, te lo consiglio di cuore: l’azienda sei tu!
Sei la barca che vuole approdare in sicurezza alle coste per trovare il benessere.

Con questa intenzione, al mattino, non andrai più a lavorare, ma sarai tu stesso il lavoro!

Proviamo a fissare bene il concetto.

Cosa è importante per una buona comunicazione?

Come nella navigazione, nella quale un buon equipaggio deve essere coeso e fare un lavoro di squadra, per comunicare è importante, oltre alla conoscenza del messaggio da trasmettere, una buona relazione tra le persone! Prova a pensare ai film d’azione, dove prima di qualsiasi missione si sincronizzano gli orologi e ci si accorda sulla parola d’ordine da dire al momento opportuno.

Una buona conoscenza delle persone con cui collabori porterà a personalizzare il messaggio e quindi rendere più efficace la sua comprensione!

Le parole, cioè le gocce d’acqua del mare della comunicazione, sorreggono la barca aziendale, ovvero la squadra di persone: tienilo a mente!

Ogni goccia è importante affinché tu raggiunga la meta in sicurezza totale!

Pensa alla persona per te più importante: lasceresti correre una sua parola, una soltanto quando senti che vuol dirti qualcosa di bello? Qualcosa solo per te, intendo, qualcosa che perso renda il discorso oscuro e incerta la tua risposta. Vuoi questo?

La sicurezza va condivisa con ogni persona appartenente all’azienda: ricordati di svegliare il tuo vicino e arriverai prima alla costa!

Se farai così e ognuno a vicenda, essa potrà entrare nella testa e nel cuore di tutti, divenendo parte integrante di ogni singola azione lavorativa.

Elisa Scalvenzi

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Elisa Scalvenzi

Immagina un faro che guida le persone verso il benessere: questa è la sicurezza per me. Il mio nome è Elisa, faccio il formatore e amo scrivere cosa provo.