Educazione, ovvero la sicurezza di scegliere. “La storia di Malala”.

Elisa Scalvenzi
4 min readFeb 22, 2021

Ogni donna è speciale, così come ogni uomo.
Spesso, però, la propria differenza si mescola a quello che ognuno vuol far trasparire per pudore o indifferenza.

Il cuore non è nostro: prima o poi dobbiamo restituirlo a chi ce l’ha prestato.

C’è chi se ne accorge presto e lo tiene da conto come una sveglia, squillante, puntuale e cristallina.

Ho letto il libro “Io sono Malala” e sono stata rapita dalla storia della protagonista, una donna che fin dalla giovinezza ha combattuto per la giustizia culturale, mettendoci il cuore per ogni bambino del suo Paese.

Il sapere può salvare?

L’istruzione è la sicurezza di avere scelte anche quando non ce ne sono affatto di già pronte!

Sono molti gli spunti di riflessione che possono nascere da questo libro: il primo tra tutti è capire fino in fondo l’importanza della formazione, che permette di alimentare la libertà di pensiero.

Si, è vero, la conoscenza e la cultura possono aumentare il bagaglio culturale di ognuno, ma più di tutto permettono di guardare alla realtà con uno spirito critico nel senso di obiettività di giudizio.

L’apprendimento permette di farsi una propria visione personale sul mondo esterno prima ancora di sperimentarlo. Così è possibile avere un’esperienza più completa e rotonda di sé, una visione più acuta, preallertata a guardare dove sta per avvenire il prodigio.

Ecco perché ho scelto di fare e di essere un formatore, una professione che aiuta le persone a desiderare di evolversi, di innovarsi e di fare cambiamenti, stimolando la curiosità di voler imparare cose nuove. Il formatore non deve limitarsi ad impartire delle nozioni, ma deve essere colui che stimola la capacità di crescita professionale e personale nei suoi allievi.

Durante la lettura mi è tornato alla mente un ricordo di quando ero adolescente. Mio padre spesso mi ripeteva “studia, leggi e informati sempre, figlia mia, e ricordati che ciò che hai nella tua testa non potrà togliertelo mai nessuno”.

Una ragazza di quindici anni, che vive in un Paese come l’Italia dove l’istruzione è un diritto per tutti i bambini, non può capire l’importanza di queste parole, né comprendere che l’istruzione non è un dovere, ma un diritto importante e fondamentale per la vita.

Nel racconto di Malala più volte emerge la sua frustrazione per essere stata privata dei libri e della scuola. Trovo anche molto toccante il passo nel quale racconta che lei e le sue compagne hanno dovuto lasciare gli studi perché la loro scuola era stata chiusa. In seguito, l’edificio fu addirittura bombardato, ma lei non si è arresa all’ignoranza.

Eh, sì, l’ignoranza è una brutta bestia.
È ben diversa dall’insipienza, perché sfortunatamente è intenzionale.
Ignorante è chi non volendo sapere trova altre strade per conoscere, tra cui quella della violenza.
Dove c’è cultura, invece, ci sono altri modi di esprimersi, spesso meno cruenti e votati a trovare una soluzione pacifica.

Riflettendo sulla mia infanzia e adolescenza, mi accorgo di aver potuto scegliere liberamente il mio indirizzo di studi. Ora, a distanza di anni, credo che se non avessi avuto questa libertà avrei potuto provare anche in prima persona quel senso di frustrazione che trovo in Malala.
Mi ritengo, perciò, fortunata di vivere in un Paese dove ai bambini non viene negata la possibilità di frequentare la scuola, anzi, si cerca di motivarli in tal senso.

Farsi venire la voglia di studiare, non è facile, lo ammetto.
Per riuscirci bisogna aver chiara la propria intenzione e in giovane età questo può esser complesso.
Per questo ci vogliono formatori entusiasti e forse per lo stesso motivo educo i miei discenti a trovare il proprio modo di apprendere ciò che insegno loro.

Malala racconta la storia del suo Paese, il Pakistan, dove i bambini fin da piccoli sono costretti a lavorare e dove la maggior parte delle donne non sanno né leggere né scrivere. Era solo una bambina quando ha iniziato la sua lotta attiva per i diritti all’istruzione di tutti i bambini e nonostante fosse ancora piccola aveva già capito il forte legame che esiste tra istruzione e libertà.

Consiglio vivamente, a tutti, di leggere la sua storia: può essere di grande stimolo per trovare il coraggio di fare solidarietà verso il prossimo.

Veniamo ora alla donna che ha dato il là a questo articolo.

“Donna” significa padrona del proprio animo gentile: la donna è l’ascolto sia interno che esterno.

Chissà se le donne siano davvero dotate del sesto senso?

Esso si raggiunge con la conoscenza di sé, perciò l’istruzione conta tantissimo!

Il sapere dà i mezzi per sviluppare i talenti e la donna, in special modo Malala è l’espressione di questa potenza intuitiva che con visione accecante guarda al passato per aprirsi al futuro.

Elisa Scalvenzi

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Elisa Scalvenzi

Immagina un faro che guida le persone verso il benessere: questa è la sicurezza per me. Il mio nome è Elisa, faccio il formatore e amo scrivere cosa provo.